The pink age

Questa cosa del rosa inizia a incutermi vero timore della senilità…

Attraverso la città da un capo all’altro in mattinata, quel momento della giornata in cui in giro ci sono solo mamme trafelate con figli ritardatari per mano e anziane signore accoppiate che passeggiano.

Sbruffona e sicura del fatto di potermi ancora annoverare tra le prime, inizio a sbirciare sgomenta le mise delle seconde. Memori della migliore Hilary Clinton sfoggiano tinte pastello che più gelatose non si può, e twin set impeccabili con perle, sopra pantaloni o gonne di rigorosi colori neutri. Piega algida, sempre bionda che più platinata e incorruttibile non si può (grazie tante, sul bianco è facile imbiondire!).

E si avviano ciarliere verso il bivio, dal quale io scenderò per l’ufficio e loro saliranno per la collina.

Rosa, azzurro, crema, nocciola, panna, latte, ghiaccio o verde mela. Ma soprattutto rosa. Declinato in tutte le sfumature più tenere possibili.

Sto iniziando a pensare di portare indietro quei pantaloni. Non mi sento abbastanza Jacqueline Kennedy. Perlomeno, non una sola.

Non ho il phisique da rosa…. capelli troppo scompigliati, accessori troppo imprecisi… Troppi fianchi, troppa pancia, troppo.. troppo, e algida per me è solo il gelato….

Oggi gonna jeans sbilenca con sabot in jeans dal tacco a rocchetto. Maglia in filo di seta arancione. Prima di diventare un gelato alla fragola con panna, sarò un sorbetto ace.

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Un commento su “The pink age

  1. anonimo il said:

    credo tu sappia bene chi ti saluta da questo form in questo istante..

    Un bacio.. nell’attesa di rileggerti, interessante ed elegante come sempre.

    R.

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